Caro energia: Confartigianato chiede equità nei costi e regole trasparenti per le piccole imprese
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Caro energia: Confartigianato chiede equità nei costi e regole trasparenti per le piccole imprese
Il caro-energia continua a pesare come un macigno sulle micro e piccole imprese italiane. È questo l’allarme rilanciato da
Confartigianato durante il convegno “Caro energia per le piccole imprese. Chimere e realtà dietro la riduzione del prezzo dell’energia”, organizzato mercoledì 6 novembre presso la sede confederale nell’ambito della
Settimana per l’Energia e la Sostenibilità.
L’incontro ha fatto chiarezza sulle vere cause dell’aumento dei costi e sulle possibili soluzioni per riportare equilibrio e trasparenza nel mercato energetico.
Piccole imprese, bollette più care e oneri sproporzionati
Secondo i dati presentati da Confartigianato, in Italia
l’80% delle imprese manifatturiere ha meno di nove dipendenti e sono proprio queste a pagare le bollette più salate:
184 euro per megawattora, contro una media nazionale di 137. Gli
oneri di sistema incidono in modo sproporzionato: una piccola impresa tessile paga tra i
40 e i 50 euro/MWh, mentre una grande industria dello stesso settore spende appena
3-5 euro/MWh.
Nel solo 2024, ben
1,9 miliardi di euro sono stati trasferiti dai piccoli consumatori alle grandi aziende energivore attraverso i meccanismi di agevolazione.
La proposta di Confartigianato: spostare i costi e rafforzare i controlli
Il presidente
Marco Granelli ha ribadito la necessità di “ristabilire equilibrio ed equità nel costo dell’energia pagato dalle imprese”, sottolineando che “le piccole imprese non possono essere considerate un bancomat”.
La Confederazione propone di
spostare i costi delle agevolazioni per gli energivori dai conti in bolletta ai proventi delle aste di CO₂, misura già applicata con successo nel 2022. Servirebbero circa
1,7 miliardi di euro per ridurre stabilmente gli oneri sulle bollette delle imprese artigiane, una cifra sostenibile se si considera che solo nel primo trimestre 2025 le aste di CO₂ hanno generato
600 milioni di euro di ricavi.
Confartigianato chiede inoltre maggiore trasparenza nei mercati energetici e un rafforzamento dei poteri dell’ARERA per contrastare comportamenti anticoncorrenziali. “Servono regole chiare, uguali per tutti e rispettate da tutti”, ha concluso Granelli.
Esperti e istituzioni a confronto
Durante il dibattito, moderato da
Diego Gavagnin, esperti ed esponenti istituzionali hanno approfondito i nodi strutturali del sistema energetico.
Carlo Stagnaro (Istituto Bruno Leoni) ha evidenziato come le piccole imprese italiane paghino una bolletta più alta rispetto ai concorrenti europei, non solo per i prezzi all’ingrosso, ma per il peso eccessivo degli oneri.
Luca Lo Schiavo (ERRA, già ARERA) ha segnalato gli effetti del trattenimento di capacità nel mercato elettrico, che avrebbe causato aumenti di 8-9 euro/MWh tra 2023 e 2024.
Dal
Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica,
Andrea Maria Felici ha assicurato l’impegno del MASE per garantire maggiore trasparenza e accesso equo al mercato.
Sul fronte politico, l’on.
Alberto Gusmeroli (presidente Commissione Attività Produttive della Camera) e il sen.
Bartolomeo Amidei (Commissione Industria del Senato) hanno ribadito la necessità di promuovere
comunità energetiche e una
politica condivisa a sostegno delle PMI.














