Cybercrime in crescita: +45,5% di reati informatici in 4 anni
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Cybercrime in crescita: +45,5% di reati informatici in 4 anni
L’allarme di Confartigianato: servono competenze e investimenti
La minaccia del cybercrime non risparmia nessuno, dalle grandi multinazionali alle piccole imprese. L’ufficio studi di Confartigianato lancia l’allarme: negli ultimi quattro anni i reati informatici a danno delle aziende sono cresciuti del 45,5%, con conseguenze sempre più rilevanti in termini economici e reputazionali.
Se da un lato le imprese italiane mostrano consapevolezza – l’83,1% considera la cybersecurity una priorità, dato superiore alla media UE (71,1%) – dall’altro emergono gravi difficoltà nell’adozione di strumenti avanzati di protezione e nella disponibilità di competenze specialistiche.
Investimenti in sicurezza: bene, ma non abbastanza
Nel 2024, il 42,6% delle aziende ha dichiarato di aver investito in sicurezza informatica, in alcuni casi introducendo anche strumenti basati su intelligenza artificiale. Tuttavia, solo il 32,2% degli imprenditori adotta almeno sette delle undici misure di sicurezza monitorate da Istat, restando sotto la media europea (38,5%).
Le misure di base come password complesse (86,6%) e backup dei dati (79,5%) risultano diffuse, mentre le soluzioni più avanzate – come crittografia (23,9%), valutazioni del rischio (36,9%) o test periodici di sicurezza (31,8%) – restano ancora marginali.
Il nodo competenze: mancano esperti di cybersecurity
Il vero ostacolo alla difesa digitale resta la carenza di professionisti qualificati. Secondo Confartigianato, il 22,8% delle imprese italiane segnala difficoltà a reperire personale specializzato, quasi il doppio della media UE (12%).
Nel 2024 le aziende avrebbero avuto bisogno di oltre 6.300 esperti di sicurezza informatica, ma circa 4.000 posizioni sono rimaste scoperte, soprattutto in regioni chiave come Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Piemonte.
Il ruolo della digitalizzazione e dell’IA
Il legame tra innovazione digitale e cybersicurezza emerge chiaramente dai dati Istat:
- l’8,2% delle imprese italiane utilizza tecnologie di intelligenza artificiale, in crescita dal 5% del 2023, ma ancora sotto la media UE (13,5%);
- oltre il 53% delle aziende prevede di investire in sicurezza informatica nel biennio 2025-2026, segno di una crescente attenzione al tema.
Tuttavia, senza adeguata protezione, la digitalizzazione rischia di trasformarsi in un boomerang, aumentando la superficie di attacco per hacker e criminali informatici.
La richiesta di Confartigianato: norme e incentivi per le PMI
Il presidente Marco Granelli sottolinea la necessità di una strategia condivisa:
“Servono norme semplici e applicabili a tutte le imprese, oltre a incentivi per sostenere gli investimenti nella tutela dei dati aziendali. La cybersicurezza deve diventare un pilastro dell’innovazione e della crescita economica”.



