Guida in stato di ebbrezza: arriva l’Alcolock, costi e regole per gli automobilisti
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Guida in stato di ebbrezza: arriva l’Alcolock, costi e regole per gli automobilisti
Una misura per rafforzare la sicurezza stradale e ridurre la recidiva, che apre nuove opportunità professionali nel settore dell’autoriparazione
Scatta in Italia l’obbligo di installazione dell’Alcolock, il dispositivo che impedisce l’avvio del motore se il conducente ha assunto alcol. Con il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 2 luglio 2025, che attua la Legge 177/2024, la misura è entrata ufficialmente in vigore. L’obiettivo è rafforzare la sicurezza stradale, ridurre la recidiva e responsabilizzare chi è già stato condannato per guida in stato di ebbrezza. Accanto al valore preventivo della norma, emergono però aspetti pratici rilevanti: da una parte i costi che i conducenti condannati dovranno sostenere, dall’altra le nuove opportunità professionali per le officine meccatroniche autorizzate.
A chi si applica
L’obbligo riguarda i conducenti condannati in via definitiva per guida con tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l. La durata di installazione del dispositivo varia in base alla gravità:
- 2 anni dopo la sospensione della patente (6-12 mesi) se il valore è compreso tra 0,8 e 1,5 g/l.
- 3 anni dopo la sospensione della patente (1-2 anni) se il valore supera 1,5 g/l.
Durante tale periodo, il guidatore potrà circolare solo con veicoli dotati di Alcolock funzionante.
Come funziona
Prima di avviare il motore, il conducente deve soffiare in un boccaglio collegato al dispositivo. Se la concentrazione di alcol nell’aria espirata è anche minima (superiore a 0 mg/l), l’avviamento viene bloccato. Tutti i test effettuati vengono registrati nella memoria del sistema.
I costi che dovranno sostenere gli automobilisti
L’installazione dell’Alcolock sarà interamente a carico del conducente sanzionato. Secondo le stime, la spesa complessiva per dotare un veicolo del dispositivo si aggira intorno ai 2.000 euro, a cui vanno aggiunti i costi ricorrenti per i boccagli monouso e le operazioni di manutenzione e taratura periodica certificate dai laboratori accreditati. In questo modo, il decreto trasferisce sugli automobilisti recidivi non solo l’onere dell’acquisto, ma anche quello della gestione nel tempo del sistema, che deve rimanere sempre in perfetta efficienza.
Requisiti tecnici e garanzie
Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale stabilisce requisiti molto stringenti:
- omologazione secondo la norma EN 50436;
- presenza di un sigillo che impedisca manomissioni;
- obbligo di taratura periodica certificata da laboratori accreditati;
- marchio CE e conformità alle norme ONU in materia di compatibilità elettromagnetica.
Sono previsti manuali dettagliati per installazione, uso e manutenzione, allegati al decreto, e procedure di controllo per verificare l’efficienza del sistema.
Chi può installarlo
L’art. 5 del decreto riconosce come unici soggetti autorizzati le officine meccatroniche abilitate ai sensi della legge 122/1992. Ciò apre nuove prospettive per il settore dell’autoriparazione: le imprese dovranno dotarsi delle competenze e delle attrezzature necessarie, ma avranno anche l’opportunità di offrire un servizio ad alto valore aggiunto.




