Moda e sostenibilità: la via artigiana per salvare il Made in Italy
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Moda e sostenibilità: la via artigiana per salvare il Made in Italy
Il settore moda, fiore all’occhiello del Made in Italy, è al centro di una fase di trasformazione profonda. Le imprese italiane si muovono in un contesto sempre più complesso, schiacciate da una crisi strutturale che dura da oltre due anni, da tensioni geopolitiche internazionali e da consumi interni in calo. Eppure, nel cuore di questa instabilità, prende forma una nuova visione: quella della moda sostenibile, radicata nei valori dell’artigianato e della responsabilità ambientale.
I numeri descrivono una situazione preoccupante. A febbraio 2025, la produzione industriale del comparto moda ha segnato un -12,9%, confermando un trend negativo che dura da 25 mesi consecutivi. Nel primo bimestre dell’anno, l’export è diminuito del 6%, con una flessione particolarmente grave nei mercati extra UE (-10,1%), mentre le vendite al dettaglio sono scese del 3% a marzo, riflettendo la debolezza della domanda interna. I consumi delle famiglie per abbigliamento e calzature, già in calo del 2,4% nel 2024, continuano a contrarsi.
A peggiorare il quadro, si aggiunge il rischio concreto che la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Unione Europea comprometta ulteriormente l’export. Un paradosso, considerando che gli USA rappresentano oggi l’unico mercato in crescita per il fashion italiano (+3,4% nei primi due mesi del 2025). Se i negoziati non dovessero andare a buon fine entro luglio, le tariffe aggiuntive previste potrebbero colpire un export di oltre 5,5 miliardi di euro.

In questo scenario sfidante, emerge con forza la leva della sostenibilità. Secondo Confartigianato, nel 2024 il 21,6% delle imprese del settore tessile, abbigliamento e calzature ha investito in tecnologie e prodotti green, nonostante il credit crunch (cioè la riduzione della disponibilità di credito da parte delle banche e l’inasprimento delle condizioni per ottenerlo). Le strategie sostenibili includono l’uso di materiali ecologici, l’adozione di macchinari a basso consumo, la produzione da fonti rinnovabili, l’isolamento termico e la mobilità a basse emissioni.

Durante l’evento Sustainab-Italy, Maria Luisa Rubino, responsabile nazionale Federazioni Moda e Artistico di Confartigianato, ha sottolineato come le micro e piccole imprese artigiane siano protagoniste del nuovo paradigma: una moda che coniuga estetica, impatto sociale e sostenibilità ambientale. I consumatori sono sempre più orientati verso marchi trasparenti e responsabili, e premiano chi adotta pratiche etiche.
Il futuro della moda italiana, dunque, si gioca su una doppia scommessa: resistere alla crisi e guidare la transizione green. E come spesso accade nel nostro Paese, sarà l’artigianato – creativo, flessibile e radicato nei territori – a tessere la trama del cambiamento.






